Antropologia & Arte
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Pasquale Soccio: una rete di relazioni per leggere e scrivere
La figura di Pasquale Soccio (San Marco in Lamis 1907-2001), maestro, docente di storia e filosofia, preside del Liceo classico Bonghi di Lucera per 25 anni, è consegnata da una parte alla sua incisiva e vasta azione educativa, culturale e civile, e dall’altra alle sue numerose pubblicazioni, tra le quali: Gargano segreto (1965); Unità e brigantaggio in una città della Puglia (1969); Lucera minore (1979); G.B. Vico, Autobiografia. Poesie. Scienza Nuova (1983); Avventura educativa. I ragazzi di strada a San Marco in Lamis negli anni trenta (1998); Penso dunque invento (2000). Parlare del preside Soccio a chi lo ha conosciuto è difficile perché ognuno ne conserva, gelosamente, un ricordo particolare…
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Pasquale Soccio e un giornalino studentesco del 1973
Potrebbe sembrare inutile parlare oggi di giornali studenteschi e di articoli apparsi su di essi quasi cinquant’anni or sono; invece spesso essi si rivelano una preziosa fonte di dati, informazioni, notizie necessarie a ricostruire episodi e aspetti, sia culturali che di costume, di un passato più o meno recente e utili per spiegare e comprendere fenomeni a noi più vicini. Talvolta, addirittura, ci permettono di riscoprire aspetti della cultura e del pensiero di personaggi sui quali si credeva che fosse stato scritto tutto. È, quest’ultimo, il caso di un “giornalino“ (absit iniuria verbis, vista la profondità di analisi presente in diversi articoli di giovani giornalisti apparsi su diversi giornali studenteschi…
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Filastrocche lucerine per bambini
Sono una parte importante della cultura popolare, tramandate oralmente di generazione in generazione. Sono costituite da motivetti in rima, composte da un numero variabile di versi, usati per descrivere diverse situazioni di vita quotidiana, raccontando storie divertenti o insegnamenti morali. Ogni mamma e ogni nonna lucerina ne conosceva diverse che poteva richiamare in qualsiasi occasione per quietare, almeno per un po’, o per far addormentare i bambini; servivano anche a sviluppare la la loro fantasia e ad imparare, divertendosi insieme. Alcune, tra quelle molto in voga, venivano recitate, tenendo i bambini sulle ginocchia, facendoli saltallare al ritmo delle filastrocche stesse e la galoppata finiva aprendo le gambe, facendo finta di…
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I sapori della memoria: l’acqusale
L’acquasale è il piatto della memoria, dei ricordi d’infanzia, lo specchio del nostro passato. Una ricetta rustica e antica, ma anche, nella Lucera di una volta. Era il pasto della povertà, tipicamente estivo, perfetto da portate a tavola nei giorni più caldi e afosi. Ma i lucerini non disdegnavano di mangiarla anche nelle altre stagioni. Era una ricetta di riciclo, nata dall’esigenza di riutilizzare il pane raffermo, perché ‘a grazeje de Ddíje non poteva e non doveva essere buttata. Si prendeva ‘na stozzere de pane (un pezzo di pane rinsecchito), che veniva bagnato nell’acqua, (pane túste ‘mbússe), poi condito con prodotti naturali che si ottenevano a poco prezzo: prunílle, sale,…
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Lucera, la cultura, il turismo e i McDonald
Ammetto che ho davvero faticato nel convincermi a scrivere queste righe. Principalmente perché è già successo che i suggerimenti e/o le legittime critiche costruttive siano stati poi additati come “disfattismo” o “soliti signor no” o, più semplicemente, ignorati. Però alla fine ho pensato che valga la pena provarci anche con il rischio che questo accada perché il dibattito possa fluire e magari sperare in un miglioramento. Necessario è quindi fare una grandissima premessa, che voglio sia chiara e cristallina per chi si accinge a leggere queste righe: il recente video di Pinuccio è tecnicamente ineccepile, mostra Lucera in una luce professionale ed ammaliante e sono felicissimo che la mia città…
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La canzone “Il mercenario di Lucera” di Pierfrancesco Pingitore
La canzone “Il mercenario di Lucera” è stata scritta nel 1967 da Pierfrancesco Pingitore, con musica di Dimitri Gribanowski. La canzone è stata interpretata da Pino Caruso, un noto attore e artista siciliano. Il mercenario, ex militare che aveva aderito alla Repubblica Sociale Italiana, era un personaggio reale, e fu presentato a Pingitore dal regista Gualtiero Iacopetti, che lo aveva conosciuto mentre girava “Africa addio”. Dopo questa conoscenza Pingitore scrisse la canzone. Ascanio Iliceto Il mercenario di Lucera di Pierfrancesco Pingitore Son morto nel Katanga venivo da Lucera.Avevo quarant’anni e la fedina nera.Di me la gente dice ch’ero coi mercenarisoltanto per bottino, soltanto per denari. Ora che sono steso, guardate…
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Quille face u portaquaglje ovvero il sensale dei matrimoni
Tra i mestieri scomparsi, un posto particolare merita quello d’u portaquaglje (del sensale di matrimoni), il precursore delle moderne agenzie matrimoniali. Il termine deriva, quasi sicuramente, dell’espressione francese porte-poulet (porta polletto), che indicava chi fungeva da “ruffiano” tra innamorati. Nel nostro vernacolo il termine è stato volgarizzato in quello più intrigante di portaquaglje. Quando il matrimonio era un affare di famiglia, i ragazzi e le ragazze difficilmente potevano conoscersi e frequentarsi come avviene oggi. Per la maggior parte delle ragazze, non c’era possibilità di muoversi liberamente; esse uscivano da casa in rare occasioni, come recarsi in chiesa per partecipare alle funzioni religiose, dai nonni, dagli zii o andare a prendere…
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Spigolature dialettali. La regina Taitù
Da ragazzo sentivo spesso mia madre e le vicine di casa, quando si riunivano pe tagghjà (spettegolare), e volevano sottolineare che una donna di loro conoscenza era particolarmente altezzosa ed arrogante, esclamare: SE CRÈDE D’ÈSSE ‘A REGGÍNE TAITÚ? (Ma chi si crede di essere quella là, la regina Taitù?). Nella mia ingenuità di ragazzino quel nome esotico mi faceva pensare a uno di quei racconti (nu cúnde) che nelle sere d’inverno gli adulti raccontavano attorno vrascíre (il braciere) a casa di mia nonna. Da adulto ho compreso che il dialetto lucerino è ricco di locuzioni e modi di dire che, spesso, chi li utilizzava fatica a comprenderne il significato e…
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I cecatìlle – Poesia di Enrico Venditti
Con un ritmo incalzante che sorregge sostantivi, aggettivi e verbi appropriati, l’avvocato Enrico Venditti, indicando ingredienti e modalità di preparazione, ci presenta in poesia i cicatìlle (le orecchiette). Pasta fresca, una volta fatta in casa, che può essere condita con ragù di carne, formaggio pecorino o ricotta dura o che può essere cucinata con le cime di rapa o il cavolo e condita con olio d’oliva. Una poesia ricca di significato che dà valore alla cultura culinaria di Lucera e della Puglia intera. L’avvocato non manca di richiamare ‘a farìne nèvere, una farina che si ricavava dal grano arso. A quei tempi, dopo la mietitura era concesso ai braccianti, lavoratori…
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Mestieri lucerini di una volta: l’aggiusta ossa
Nei tempi passati, quando la società lucerina era prevalentemente rurale, esisteva una figura, figlia della medicina popolare tradizionale, che era l’antenato del moderno ortopedico e dello specialista in osteopatia: u cunzaússe (l’aggiusta ossa). Un praticone, senza formazione specifica, ma dotato di capacità e conoscitore di pratiche tramandate in famiglia da generazioni, che interveniva per risolvere problemi di lussazioni, contusioni alle ossa e persino di fratture. Mentre il paziente era tenuto fermo, l’aggiusta ossa tirava il piede, il braccio, la spalla, ecc., che rimetteva al loro posto. Poi provvedeva ad ingessare l’osso contuso o fuori posto o rotto con una sorta di primitiva ingessatura, “a stuppate” ottenuta con un impiastro preparato…