Antropologia & Arte
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Nuovo documentario sul Beato Agostino Casotti
Luceraweb ha recentemente pubblicato un documentario dal titolo “Conosciamo il Beato Agostino Casotti“, in preparazione alla festa liturgica e alle celebrazioni religiose e laiche che chiuderanno il settecentenario della morte a lui dedicato. Il video è stato girato lo scorso giugno con i testi di Enza Gagliardi, la regia di Riccardo Zingaro, le riprese, il montaggio e l’audio a cura di Giacomo Prioletti e le musiche di Francesco Monaco. Enza Gagliardi ha intervistato don Costanzo De Marco, parroco della Cattedrale di Lucera, e don Gaetano Schiraldi, canonico della cattedrale di Lucera e consultore storico del Dicastero delle cause dei santi. Di particolare interesse anche una parte del documentario girata a…
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Le chianghette – I chianghétte
Le chianghette (chianghétte) sono basole, bianche e grige, di origine vulcanica squadrate e levigate che costituiscono la tipica pavimentazione che caratterizza il centro storico di Lucera. Etimologicamente significano “lastre di pietre”. Esse sono la storia di Lucera perché le più antiche hanno origine lontana nel tempo. Le prime sono state poste nel 1837, anno del colera, quando le strade erano in terra battuta . Una volta ‘a chianghettáte ère fatt’a mmestíre, cioè la posa era fatta in modo quasi perfetto, oggi sicuramente un po’ meno. Davanti ai portoni dei palazzi importanti, dove c’era grande traffico di cavalli e carrozze, sulle chianghette c’erano dei solchi a semicerchio, che servivano per evitare…
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Il dialetto e la presenza del Tribunale
Una caratteristica singolare del dialetto lucerino, non comune con altri dialetti, è l’utilizzo di termini giuridici, circostanza che va ricercata nella presenza fino a pochi anni fa del Tribunale. Il popolino lucerino frequentava gli uffici giudiziari sia per proprie controversie ma, soprattutto, per assistere ai processi che avevano molto clamore e che, spesso, avevano come protagonisti autentici principi del foro, e con avvocati di Lucera che dettavano legge in tutta la Puglia e regioni limitrofe. Molti che avevano problemi preferivano “mette i carte mmane” agli avvocati lucerini. In queste occasioni apprendevano parole che descrivevano norme giuridiche che volgarizzavano a modo loro. Questo portava alla creazione di nuovi modi dire, alcuni…
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Leggende lucerine: u scazzamurìlle
A Lucera u scazzamurìlle è un personaggio fantastico, figura singolare del nostro folklore e dell’immaginario collettivo, una specie di elfo o di gnomo, un folletto il più delle volte molto dispettoso, che si diverte a fare gli scherzi o i dispetti. L’etimologia del termine scazzamurìlle è la composizione tra le parole , scazzà = scrostare e murìlle = muro, perché ha l’abitudine di grattare e scrostare i muri. Piccolo di statura (non più alto di 40/50 cm.), bruttino, peloso, vestito di panno color tabacco, con cappello a punta in testa, scalzo. Non appare mai di giorno, perché non gradisce essere visto dagli umani. Senza essere notato, riesce a entrare nelle…
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Personaggi della Lucera minore: u cciaccate
U Cciacciate è il soprannome di un personaggio della Lucera di una volta, molto famoso, che abitava in una delle casette basse a ridosso della chiesa di Sand’Andúne (Sant’Antonio Abate, in via Federico II), ora scomparse. Abituale frequentatore di un bar Ammizz’u Lareghe che ormai ha cessato la sua attività, era diventata una presenza costante la sua motoretta parcheggiata lì davanti. Egli era noto per tante cose e anche per un aneddoto che ha come protagonista la statua di Augusto, posta all’angolo tra la Villa Comunale e l’inizio del viale Castello. La statua ha una mano con delle dita mancanti, che sono state rotte da soldati canadesi di stanza a…
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La poesia dialettale lucerina: “‘A granezzose” di Enrico Venditti
L’avvocato Enrico Venditti con poche pennellate dipinge il ritratto di una ragazza che fa la preziosa. Con l’ultimo verso la cancella. Una poesia, com’è nel suo stile, asciutta e chiara. ‘A GRANEZZOSE di Enrico Venditti Nen c’è che ddì. Ére ‘na bbèlla stacche ‘ccussì ‘nghjuppate e che nu musse russce cume e nu timbre de ‘na ceralacche. Ma quanne a smercijave ammizze u strussce nen déve rètte. Cume e ‘na reggine jéve sèmbe c’a puzze sotte u nase. Nne reréve, guardave a ase a ase, ma se vutave cu nu surdelline. LA SUPERBA di Enrico Venditti Non c’è che dire. Era una ragazza vistosa così formosa e con le labbra…
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Il gioco “Zomba pila pile”
“Zomba píla píle” è la pittoresca definizione del gioco della cavallina. I giochi dei bambini sono figli del tempo ed espressione dell’ambiente sociale ove sono praticati. Oggi, i giochi, creati dalla moderna tecnologia e dall’industria ricreativa, non richiedono ai bambini e ragazzi quell’impegno e quella fantasia che erano necessari negli anni passati. Essi si costruivano i giocattoli (carrettini, carriole, spade, archi, frecce, ecc.) con i materiali che riuscivano a recuperare e creavano giochi di gruppo e momenti di socializzazione. In fondo, c’era voglia di divertirsi e stare con gli altri in “mezzo alla strada” o negli “spazi aperti”. Come in questi giochi, fatti di abilità e precisione: mazze e píveze…
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Origine dei toponimi dei quartieri e rioni di Lucera – Parte seconda
Tutti i nomi dei quartieri e dei rioni di una città hanno un’origine sia di luogo, di funzione, degli abitanti, e anche a Lucera è così. Per alcuni si sono persi , nel tempo, l’origine dei toponimi, per altri invece l’origine è più certa. Di seguito se ne elencano alcuni: Lino Montanaro
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Origine dei toponimi dei quartieri e rioni di Lucera – Parte prima
Tutti i nomi dei quartieri e dei rioni di una città hanno un’origine sia di luogo, di funzione, degli abitanti, e anche a Lucera è così. Per alcuni si sono persi , nel tempo, l’origine dei toponimi, per altri invece l’origine è più certa. Di seguito se ne elencano alcuni: Lino Montanaro
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Le filastrocche dialettali lucerine
Sono una parte importante della cultura popolare, tramandate oralmente di generazione in generazione. Sono costituite da motivetti in rima, composte da un numero di versi variabile, usati per descrivere le più svariate situazioni di vita quotidiana, raccontando storie divertenti o insegnamenti morali. Ogni lucerino ne conosceva una vasta gamma da utilizzare in qualsiasi occasione. Eccone alcune: Una di queste serviva ad insegnare ai bambini più piccoli le varie parti della faccia, ovviamente la descrizione era rigorosamente in dialetto: Oggi questo pezzo di storia e di identità lucerina è stato quasi dimenticato, ma per chi vuole approfondire si consiglia la rubrica, curata da Lino Montanaro, Dialettando: Speciale Filastrocche Lucerine del giornale…