Memoria
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Il fidanzamento a Lucera
Un tempo a Lucera, i ragazzi e le ragazze non avevano molte possibilità di conoscersi e frequentarsi prima del fidanzamento ufficiale, anche perché il matrimonio era un affare di famiglia. Le ragazze vivevano chiuse in casa sotto il controllo rigido dei genitori, con poche occasioni di svago e libertà, senza avere la possibilità di muoversi liberamente; esse uscivano da casa in rare occasioni, come recarsi in chiesa per partecipare alle funzioni religiose, dai nonni, dagli zii o andare a prendere l’acqua alla fontana pubblica. In queste occasioni, poteva succedere che fossero notate da qualche giovane, il quale, considerati i rigidi comportamenti dettati dal costume del tempo, non poteva avvicinarla. Per…
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I riti della morte nella Lucera del passato
Nel passato, a Lucera, la morte di una persona seguiva regole e riti tradizionali da renderli vere e proprie rappresentazioni teatrali. Innanzitutto, la morte era attesa sempre in casa; anzi, morire nella propria abitazione era un tratto caratteristico della società del tempo. Era considerata quasi sconveniente la morte in una struttura sanitaria; fatto che accadeva raramente perché, a quei tempi, erano pochi quelli che si potevano permettere le spese di degenza in un ospedale. Prima del trapasso, quando una persona era in agonia, veniva chiamato il parroco per la somministrazione dell’estrema unzione, e le campane delle chiese ne davano l’annunzio con rintocchi diradati. La gente così era informata, con il passa parola,…
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Appunti sulla Chiesa lucerina
C’è stato un lungo periodo in cui la Chiesa Cattolica, anche a Lucera, si era ritagliata il ruolo di “protettore” della società italiana, con il compito di formare, come disse Don Bosco, dei buoni cristiani e di buoni cittadini rispettosi sia delle regole della chiesa che delle leggi dello stato. Con un immenso sforzo di mobilitazione, le Parrocchie e le Associazioni cattoliche riuscirono ad aggregare ragazzi e adulti, esercitando un’enorme influenza sulla formazione religiosa, morale, ma anche culturale, civile della quasi totalità dei cattolici italiani, accomunati da una fede semplice e sincera con tradizioni religiose ben consolidate. Questo processo aveva i suoi riti di riferimento. Il sabato e la domenica…
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Le superstizioni lucerine
Le credenze popolari e le superstizioni hanno radici nel passato più lontano. Esse, tramandate oralmente da generazioni a generazioni come identità culturali della civiltà contadina, rappresentano una sorta di rassegnazione al compimento di un destino inesorabile, cui era possibile sottrarsi solo facendo appello al soprannaturale. Di seguito sono riportate alcune delle più diffuse superstizioni e credenze popolari per proteggersi dal malaugurio. Il rito dell’ucchjatùre L’ucchjatúre, cioè il rito contro il malocchio per guarire dal mal di testa, causato dallo sguardo di qualcuno, dalla gelosia, dall’invidia, dall’amore ossessivo di un’altra persona. Mi hanno fatto il malocchio, ho un tremendo dolore di testa (M’ànne pegghjate a d’úcchje, ténghe nu cazze de delóre…
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Un buon bicchiere di vino non fa mai male, anzi fa bene
Non è solo un modo di dire popolare lucerino, ma è stato scientificamente provato che nei semi di uva si trova una sostanza benefica per il cuore, che migliora la circolazione del sangue. I vini lucerini sono un gioiello donato dalla terra e dalla passione dei nostri vignaioli che hanno valorizzato esperienze, tecniche e segreti di tante generazioni per accrescerne la qualità e la bontà. Quelli d’eccellenza, semplici, genuini, eleganti e gradevoli sono: L’origine del nome risale a quando l’organizzazione della produzione era diversa da quella di oggi e c’era l’abitudine di lavorare le proprie uve per ottenere del vino destinato soprattutto al fabbisogno familiare. I piccoli proprietari di vigneto,…
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La ragioneria di Lucera
Da tempo e fino agli anni ’60 del secolo scorso, Lucera era considerata il più importante centro culturale della Capitanata e tra i più significativi della Puglia. La città, nei primi anni del ‘900, sede dell’unico tribunale della provincia, con il liceo ginnasio e l’annesso convitto nazionale “Ruggero Bonghi”, la biblioteca comunale, le tante biblioteche private gentilizie, il giornale provinciale “Il Foglietto” che ivi si scriveva e stampava, il circolo Unione luogo ove si parlava di politica, arte, letteratura e diritto, era un ambiente vivo e culturalmente impegnato. La numerosa presenza di uomini di legge, di professori, di professionisti e d’intellettuali rendeva Lucera diversa dalle altre città della Capitanata e…
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Le terme romane a San Matteo
Segni archeologici evidenti e importanti della presenza romana sono stati rintracciati un po’ ovunque a Lucera, anche nella zona del Rione San Matteo. Nel corso dell’anno 1872, nei pressi di un pezzo di fabbricato, inglobato nell’antica Chiesa di San Mattero, denominato “u Ciavúrre de Sammattéje“, (Il Ciavurro – grosso masso – di San Matteo), già noto da secoli, durante lo scavo di una fogna e in maniera fortuita, veniva alla luce un suggestivo impianto termale di età imperiale, chiamato “Terme di Piazza San Matteo”. Da questi ambienti si rinvenivano resti di vasche per pubblici bagni, parti di murature, pavimenti a mosaico, condutture e una vasca su cui c’era un’iscrizione con dedica all’Imperatore Commodo, oltre…
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La pasta: da sempre un alimento simbolo della cucina lucerina, e non solo
La pasta, specialmente nel Mezzogiorno, è stata un alimento importante della dieta. Oggi, è consumata in tutto il Paese ed è esportata all’estero, ove è considerata un prodotto made in Italy di grandissima qualità. Un tempo, nei negozi di generi alimentari, la pasta: scemmijòtte, spaghètte, bucatíne, cannaruzzètte, regenìlle, tubettèlle, àcene de gráne, àcene de pépe, ziti, ecc. (sciviotti, spaghetti, bucatini, sedanini, regine, tubetti, acini di grano, acini di pepe, “ziti”) era venduta sfusa, nella quantità richiesta dal cliente. Ora è venduta solo in confezioni sigillate (di 250, 500, 1000 gr, o multiple di 1 kg). A Lucera si mangiava soprattutto la “Pasta Sacco”, prodotta in loco. Nei negozietti alimentari, prima…
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“Pegghjà nu pìzze de carte”: l’importanza di prendere il diploma o la laurea
Serve davvero il diploma o la laurea per trovare lavoro? Negli anni ‘50, ’60 e anche ‘70, rispondere a questa domanda sarebbe sembrato un’ovvietà, perché il titolo accademico allora garantiva una occupazione sicura, specialmente nell’amministrazione pubblica. Una forte mancanza di lavoro ha da sempre caratterizzato la realtà meridionale, e anche quella lucerina. Perciò, quando la scolarizzazione di massa, tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso, s’affacciò e aprì nuove opportunità di lavoro, tanti genitori, appartenenti a famiglie umili, fecero enormi sacrifici, luuánnese u pane da mmocche (togliendosi il pane dalla bocca), affinché i figli potessero studiare e conseguire un titolo di studio.…
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La nostagia della piazza del Mercato
La nostalgia del tempo passato può essere anche una piazza con i suoi suoni, i suoi colori, i suoi profumi, i suoi “trascúrze ammizz’a chiazze” ha sempre avuto per i lucerini un sapore particolare, magari un po’ banale, però un sapore che aveva un senso di umanità. Il ricordo delle bancarelle di Piazza del Mercato ci riporta a momenti di vita passata. Il mercato di Lucera era fatto da molti banchi di frutta, verdura e pesce; un angolo della città, quasi un affresco, fatto di colori e odori, ove aveva radici nella cultura del mangiare e della gastronomia lucerina. Ogni mattina, decine e decine di massaie lo frequentavano, disperdendosi fra…