Memoria

Il Bar De Chiara

Il Bar De Chiara è un locale che ha scandito il tempo e permesso la crescita d’intere generazioni di giovani lucerini, tra scherzi, risate, chiacchiere e giocate a biliardo. In una sua celebre canzone, Ligabue parla del bar come di una seconda casa. Infatti, molti giovani lucerini hanno avuto nel mitico Bar De Chiara una seconda casa.

Esso non offriva molto, rispetto ai bar eleganti di oggi, ma ci trovavi ospitalità e per tanti giovani di allora era il luogo dell’incontro, della conoscenza degli altri, dell’amicizia, dello svago, degli scherzi e a volte dello studio. Si parlava di tutto, di scuola, dei fatti della città e del mondo e anche di amori; era il luogo, dove si cresceva insieme. Era il luogo dove s’incontravano molti giovani, senza distinzione di età e condizione sociale e dove le tifoserie delle diverse squadre di calcio si azzuffavano in accanite discussioni sull’ultimo acquisto o sull’ultimo derby.

Era il bar dove i ragazzi si sedevano ai tavolini senza consumare niente, condividendo le scarse sigarette e dove si trascorrevano interminabili pomeriggi e serate giocando a biliardo, con la speranza di vincere e avere come “premio” una pasta. Era il luogo dove s’inventavano tante goliardate; lì, si definivano le diverse tattiche per “abbordare” le ragazze, che il più delle volte non funzionavano, e dove, quando i tentativi di conquista andavano a vuoto, si raccontavano le fantasie che si avevano in testa piuttosto che “storielle” sentimentali realmente vissute. Davanti al Bar De Chiara passavano le ragazze, accompagnate dalle amiche, che cercavano d’incontrare il ragazzo che non si faceva più vedere o con cui avevano litigato.

Al Bar De Chiara arrivavano i padri e i nonni per “chiamare” i propri figli o nipoti. Il Bar De Chiara, però, non era solo questo. Quando si fissava un appuntamento, si diceva “ci vediamo” senza aggiungere altro, senza indicazioni di spazio e di tempo. Vedersi voleva dire Bar De Chiara che, per molti, era lo spazio e il tempo insieme; era il luogo, dove si svolgeva parte della vita. Si arrivava sedicenni e si andava via dopo gli anni del diploma, del servizio militare e dell’università, quando maturi si affrontava una nuova fase della vita. Con la sua chiusura è venuto a mancare qualcosa che faceva parte dell’identità lucerina.

Lino Montanaro

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