Il carcere di Lucera
Da tempo e fino agli anni Sessanta del secolo scorso, Lucera era considerata un importante centro culturale della Capitanata e della Puglia. Inoltre, essendo riferimento del Subappennino Dauno e di parte del Gargano, era la sede d’importanti istituzioni pubbliche, tra le quali il Tribunale, con annesso u Carcere (il Carcere giudiziario).
Nei tempi più antichi la funzione giudiziaria e carceraria era demandata al feudatario. Egli la esercitava tramite le corti baronali e le condanne erano scontate nelle segrete delle proprie dimore. Risalire a quei periodi per rintracciare la presenza di un carcere pubblico a Lucera è un po’ difficile. Comunque, si può affermare che, a seguito della riorganizzazione del regno di Napoli e del trasferimento nel 1579 della Regia Udienza della Capitanata e del Molise da San Severo a Lucera, dovettero necessariamente essere create delle prigioni.
Le prime notizie documentate sulla presenza di carceri pubbliche a Lucera risalgono all’inizio del Settecento. Nell’attuale Palazzo De Peppo, sito tra Piazza Salandra (già Piazza dei Tribunali Vecchi, alle spalle della Cattedrale) e l’antico Vico Quaranta da un lato e Arréte Pedóne (Piazzetta del Vecchio) dall’altro, fu ospitata la Regia Udienza della Capitanata e del Molise, con annesse le carceri pubbliche.
Costruito tra il 1795 e il 1808 il nuovo Palazzo di Giustizia, le carceri occuparono il piano terra del Tribunale, spazio che ben presto si rivelò insufficiente. Pertanto, si trovò una soluzione, destinando a prigione anche i locali dell’antico convento dei Francescani, posto alle spalle della Chiesa di San Francesco. Le due sedi risultarono inadeguate e pericolose a causa del sovraffollamento, delle condizioni sanitarie nelle quali erano costretti a vivere i detenuti e per il rischio di diffusione di malattie infettive all’intera città. Queste ragioni resero necessaria la ricerca di una soluzione definitiva, che fu individuata nella costruzione della Casa Circondariale, inaugurata nei primi mesi del 1900.
Un nuovo carcere, idoneo dal punto di vista sanitario, e sicuro, per il controllo dei detenuti. Durante il secolo trascorso, nuove esigenze sono sorte per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e, nel secondo dopoguerra per impulso della Carta costituzionale, per garantirne i diritti. A esse si è cercato di farvi fronte, pensando anche alla creazione di un nuovo moderno complesso sulla strada provinciale per Biccari. Un progetto rimasto sulla carta, per decisioni governative riguardanti la riorganizzazione delle carceri italiane.
Lino Montanaro