Il libretto delle giustificazioni
Aveva in genere una copertina che variava dal grigio al rosa, fornito dalla segreteria della scuola, ed era composto da 30 foglietti. Noi studenti ci potevano assentare solo per due validi motivi: per motivi familiari o per motivi di salute, con una vasta gamma di giustificazioni a corredo, di cui la più gettonata era “per indisposizione”, una frase elegante che oggi si direbbe rispettosa della privacy.
La firma che giustificava le assenze era, in genere, quella del padre, perché a quei tempi si diventava maggiorenni a 21 anni e le assenze vere erano rarissime perché i nostri genitori, inflessibili, ci mandavano a scuola anche con la febbre a 40.
Ma nello status dello studente di quei tempi c’era una condizione inderogabile, che rientrava nel percorso fisiologico di crescita : bisognava, ogni tanto, necessariamente, “fà salasse“, “fa salàtìlle” (marinare la scuola) e si diventava bravissimi a non farsi scoprire quando si bigiava la scuola. Fà salasse era una prerogativa esclusivamente maschile perché per le ragazze, soggette a rigidi controlli da parte dei genitori, tutto questo era impossibile. Si decideva di non andare a scuola per i motivi più disparati: quelli più ricorrente era in coincidenza di un compito in classe o di un’interrogazione particolarmente preoccupante, ma, con la bella stagione, si marinava la scuola per andare a fare il bagno “a’ Jummarèlle, e Sètte Àreve“, oppure per gustarsi una giornata di vacanza “‘a Ville” oppure “O Castílle” e poi tornare a casa, all’ora di pranzo, come se niente fosse successo.
Allora si diventava dei falsari provetti: si falsificava sul libretto la firma del genitore, imitandola a mano libera oppure usando la carta copiativa o, ancora, si ricorreva a compagni così bravi che avevano imparavato a copiare anche le firme dei genitori degli altri, i bagni erano le loro postazioni di lavoro e in cambio della loro prestazione si accontentavano “de nu paníne c’a murtatèlla dinde”– Dopo tante occasioni di firme false, alle volte, per assurdo, succedeva che la firma autentica del proprio padre era messa in discussione dagli insegnanti o dal preside.
Oggi il libretto non esiste più, le assenze vengono giustificate on-line, sostituito dai registri elettronici e dai i messaggi dei genitori sui cellulari degli istituti scolastici. Tutto questo è solo il racconto di un vissuto e lungi da incoraggiare i ragazzi d’oggi a saltare le lezioni perché studiare è importante, anzi oggi ancora più importante di ieri, perché il mondo è diventato sempre più competitivo.
Lino Montanaro