Il pozzo dell’Imperatore
Una volta, in Lucera, esisteva un pozzo che portava il nome di “Pozzo dell’Imperatore“. Questo pozzo, situato nell’attuale Piazza Gramsci (prima piazza dei Mercanti poi piazza Umberto I), era un punto nevralgico della città, collegato direttamente alla maestosa Fortezza svevo-angioina, costruita da Carlo I d’Angiò. La fortezza, che dominava il Tavoliere delle Puglie, era un simbolo di potere e ingegneria militare, contenendo al suo interno anche il famoso Palatium di Federico II di Svevia.
Accanto al ponte levatoio della fortezza, vi era una scala coperta, conosciuta come la “scala del soccorso”. Questa scala, costruita nell’intercapedine del muro esterno, permetteva una fuga rapida e sicura in caso di assedio, collegando la fortezza al centro della città attraverso un passaggio sotterraneo. Questo passaggio conduceva direttamente al Pozzo dell’Imperatore, un’opera ingegneristica di grande importanza per l’approvvigionamento idrico della città.
Il pozzo era dotato di numerose cisterne per l’acqua e di un sofisticato sistema di canalizzazione, che garantiva una riserva d’acqua costante per gli abitanti della fortezza e della città. Tuttavia, il pozzo non era solo un elemento funzionale, ma anche un luogo di giustizia e, talvolta, di umiliazione pubblica. Infatti, nei tempi remoti, i debitori insolventi venivano condannati a mostrare il sedere sul pozzo, una punizione che procurava loro indicibile vergogna e disonore. Questo atto, conosciuto come “mustrà u cule sope u puzze u mberatore“, era una delle pene più temute e umilianti dell’epoca.
La Fortezza di Lucera, con il suo Palatium e il Pozzo dell’Imperatore, rappresentava un microcosmo di potere, ingegneria e giustizia. Ogni pietra della fortezza e ogni goccia d’acqua del pozzo raccontavano storie di re e imperatori, di battaglie e assedi, di vita quotidiana e di straordinarie imprese. Anche se oggi il pozzo non esiste più, la sua memoria vive nelle leggende e nei racconti tramandati di generazione in generazione, ricordando a tutti noi l’importanza di preservare la nostra storia e il nostro patrimonio culturale.
Ascanio Iliceto