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Intervista a Simone De Troia, vincitore del Premio Italia Medievale 2022

È notizia di pochi giorni la vittoria del Premio Italia Medievale 2022 nella categoria Turismo del lucerino Simone De Troia, Dottore Magistrale in Storia dell’Arte e guida abilitata alla Regione Puglia.

Il premio, che si tiene ogni anno da quasi 20 anni, è promosso dall’Associazione culturale milanese Italia Medievale. Il suo scopo è di promuovere “un riconoscimento a personalità, istituzioni e privati che si sono particolarmente distinti nella promozione e valorizzazione del patrimonio medievale del nostro paese”. Le modalità di partecipazione e di voto richiedono una mobilitazione “popolare”, nel senso che i candidati al premio vengono scelti in base a delle votazioni online.

Quest’anno, oltre alla categoria Turismo, erano presenti altre 6 categorie: Editoria, Arte, Spettacolo, Gruppi storici, Istituzioni e Multimediale. Inotlre sono stati assegnati 3 Premi Speciali ad altrettante realtà che si occupano di medioevo

Questa è la prima volta che un lucerino vince in una categoria, ma non è la prima volta che Lucera è raprresentata. Nel 2018, infatti, fu premiato il fotoracconto “Gli ultimi giorni di Guglielmo De Parisio” per il premio letterario Philobiblon sempre bandito dall’associazione Italia Medievale e la cui cerimonia di premiazione avviene in concomitanza a quella del Premio.

Abbiamo raggiunto Simone per fargli qualche domanda. Crediamo fermamente che si debbano riconoscere gli sforzi volti a promuovere Lucera fuori dai confini comunali, regionali e nazionali. L’annuncio dei vincitori, tra l’altro, è stato annunciato durante il Festival del Medioevo, rassegna internazionale che si tiene annuamente a Gubbio, a cui partecipano i più grandi studiosi, divulgatori e appassionati di Medioevo.

dott. Simone De Troia

I: Innanzitutto vorrei farti le congratulazioni per questo premio. Sia perché conoscendoti so che è meritatissimo, sia perché grazie alla tua competenza e impegno promuovi Lucera e la Capitanata. Credo che il riconoscimento che ti verrà assegnato a Milano sia il frutto di un lavoro continuo, serio e di lungo periodo. Vorrei che ci parlassi un po’ di te, per i lettori che non ti conoscono. Che studi hai fatto, come hai scelto di fare questo lavoro, quali sono le tue passioni.

S: Ciao Alessandro. Ti ringrazio per le parole di stima. Non è mai scontato riceverle. Io sono cresciuto nel rione Torretta e ciò mi ha permesso fin da piccolo di innamorarmi di Lucera, dei suoi vicoli e dei suoi monumenti. Diplomato perito commerciale e programmatore, ho seguito la mia passione per l’iconografia e mi sono avvicinato al mondo dell’arte frequentando il Museo Diocesano di Lucera, un’esperienza formativa durata quasi 15 anni culminata con l’abilitazione di Guida Turistica della Regione Puglia.

Serbo nel cuore il ricordo delle tante mostre allestite e delle numerose notti bianche passate ad accompagnare i visitatori nelle sale del Palazzo Vescovile assieme agli altri volontari, fra cui la compianta Angela Articoni che fu tra coloro che mi incoraggiarono ad intraprendere la carriera universitaria. Dopo la triennale in Beni Culturali a Foggia, ho conseguito con lode la magistrale in Storia dell’Arte a Bari. Assieme alla storia e all’arte, coltivo la passione per il canto.

I: Una cosa che mi ha molto colpito di te è che hai pienamente sfruttato al meglio il mondo digitale come trampolino di lancio e come mezzo per promuovere la tua attività. Credo sia un fulgido esempio di utilizzo positivo delle nuove tecnologie e di come queste possano portare a ottimi risultati, se usate in maniera consapevole. Puoi darci qualche spunto sul tuo metodo e sulle strategie che hai usato?

S: Gli studi in informatica e l’interesse per la tecnologia mi hanno sicuramente aiutato. Ci sarebbe tutto un discorso da fare sugli algoritmi, ma banalmente credo che bisogna trovare il proprio spazio all’interno della rete. Non è facile, bisogna lavorarci con costanza e determinazione. I risultati arrivano lentamente. La mia esperienza mi ha portato a comprendere che non basta realizzare un sito o aprire delle pagine social su portali come Facebook e Instagram, ma è necessario catturare l’attenzione degli internauti con contenuti interessanti e stimolanti.

I: Il tuo lavoro ti porta ad approfondire e studiare diversi ambiti del nostro patrimonio culturale. E solo dopo un attento e puntiglioso lavoro di studio poi hai la necessità di “tradurre” i linguaggi tecnici in parole accessibili a coloro che decidono di affidarsi a te per le loro visite a Lucera e dintorni. So anche però che non ti limiti alla divulgazione e che ti dedichi e ti sei dedicato alla ricerca. La tua tesi di laurea ha avuto come oggetto un luogo molto caro ai lucerini e alla città che da poco è ritornato fruibile. Una summa di queste tue ricerche è stata anche recentemente pubblicata per la rivista “Studi Bitontini”. Ce ne vuoi dare qualche accenno?

S: Dalla mia esperienza posso assicurare che non ci si può improvvisare guida turistica, c’è bisogno di tanto studio ed attività sul campo. Ogni visita guidata è differente e gli argomenti trattati possono variare in base alla tipologia di visitatori. Io cerco di fare visite guidate dinamiche e non noiose, affiancando alle nozioni storico-artistiche anche spunti di riflessione. Dopotutto chi vuole approfondire, lo fa navigando in internet, leggendo un volume storico-artistico o magari partecipando ad un convegno, come del resto faccio anche io.

Proprio da un lavoro di ricerca storica, artistica ed iconografica, è scaturito il mio lavoro di tesi magistrale, sotto la supervisione della prof.ssa Bianco. Ho avuto l’onore di pubblicarne una summa sulla prestigiosa rivista scientifica “Studi Bitontini”. Il titolo del saggio è “Il convento del Santissimo Salvatore di Lucera”. La prima parte riassume le vicende storiche del primo cenobio dell’Osservanza in Capitanata, dalla fondazione nel 1407 c. ad opera di Giovanni da Stroncone al suo attuale utilizzo come sede della Biblioteca Comunale “Ruggero Bonghi”. La seconda parte illustra le peculiarità architettoniche e artistiche della chiesa e del convento. Si tratta di un luogo tanto caro ai lucerini, che però tendono a chiamarlo erroneamente “di San Pasquale”, confusione creatasi per via della devozione al santo Baylon a cui è dedicato un altare nella chiesa del Ss. Salvatore.

I: Cosa ti aspetti per il futuro? Quali sono le tue prospettive? In un’area con un potenziale inimmaginabile come la Capitanata, il turismo culturale stenta a decollare. Cosa pensi manchi oggi a Lucera, o alla provincia in generale, per fare quel salto di qualità che permetterebbe di competere magari con il centro-sud della Puglia e, perché no, con il resto d’Italia?

S: Indubbiamente mi piacerebbe continuare la mia attività di guida turistica, ma sono aperto anche ad altre esperienze lavorative restando sempre in ambito storico-artistico. Credo che Lucera abbia tutte le potenzialità per diventare il capoluogo turistico della Daunia, ma affinché ciò accada ci vuole una reale mobilitazione da parte delle istituzioni locali affiancata da una maggior consapevolezza del patrimonio cittadino da parte degli stessi lucerini. Io, nel mio piccolo, sto promuovendo la città e sono riuscito a farla apprezzare a tanti visitatori che, restando affascinati dalla sua storia e dai suoi monumenti, si chiedono come sia possibile che non abbia la giusta visibilità a livello nazionale.

Io auspico che in futuro Lucera possa avere un polo museale statale, che permetta alla città di inserirsi nei circuiti nazionali, con la speranza che quanto prima inizino i lavori di restauro della Fortezza svevo-angioina e che le università possano tornare ad effettuare le campagne di scavo. A livello provinciale, credo che bisogna creare sempre più un rapporto sinergico tra Lucera e le realtà limitrofe, in particolare con i centri maggiormente visitati, come Monte Sant’Angelo, puntando ad un turismo a 360 gradi – culturale, religioso e ambientale – che riunisca i Monti Dauni, il Tavoliere e il Gargano. Non a caso, il mio sito si chiama “Guida Lucera Daunia” e difatti mi auguro che l’antica denominazione “Daunia” possa continuare ad emergere sempre più come marchio identificativo del territorio, come è successo per il Salento e per altre subregioni pugliesi e Italiane.

I: Ti ringrazio davvero per queste tue parole e rimando i lettori alla cerimonia che si terrà a Milano sabato 26 novembre 2022 con inizio alle ore 17,00 presso il Museo WOW spazio fumetto in Viale Campania, 12. Ingresso libero.

Alessandro De Troia

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