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I sapori della memoria: lagane e fave
Tanti lucerini sono stati costretti a cambiare città, latitudini, usanze e tradizioni, ma hanno conservato dentro di loro certi sapori che li fanno ritornare molto spesso con la mente in quel luogo, ricco di atmosfere e profumi del passato, chiamato Lucera. Sono questi quei sapori della memoria, che si stanno inarrestabilmente perdendo per un travisato senso della modernità. Se si vuole evocare il gusto autentico della cucina lucerina e procedere alla riscoperta delle sua tipicità, si può benissimo partire da “i laghene e fafe“. Una ricetta antica, piatto tipico della tradizione lucerina, un piatto che racconta storie di casa e di famiglia. Pochi ingredienti, essenziali e sufficienti per deliziare i…
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L’eroina di Lucera: Maddalena Candida Mazzaccara
La duchessa Maddalena Candida Mazzaccara, nata nel 1757 a Napoli, è una figura storica affascinante e poco conosciuta. Terzogenita di Pietro, duca di Ripacandida e di Castel Garagnone, e della contessa Anna Marchant d’Ansebourg, Maddalena crebbe in un ambiente aristocratico e colto. Nel 1782 sposò don Vincenzo Candida, patrizio lucerino, e si trasferì a Lucera, dove divenne una figura di spicco nella società locale. Donna di grande cultura e di idee liberali, Maddalena riuniva nel suo salotto i pochi lucerini che, come lei, speravano nella libertà e si opponevano alla tirannia borbonica. Durante le tristi vicende del 1799, quando Lucera fu minacciata da un corpo d’armata francese, Maddalena si distinse…
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Il boschetto di Lucera
Era un pomeriggio d’estate, il sole splendeva alto nel cielo e il boschetto di pini ai piedi della fortezza Svevo-Angioina di Lucera sembrava un luogo incantato. Io e i miei amici, incuranti dei racconti dei nonni, ci avventuravamo spesso tra quei vecchi alberi, alla ricerca di misteri e avventure. I nonni ci avevano sempre raccontato che quel luogo era stato teatro di numerose battaglie per la conquista del castello. Dicevano che i fantasmi dei soldati caduti in battaglia vagavano ancora tra i pini, e che di notte, le streghe svolgevano i loro riti segreti. Ma noi, giovani e coraggiosi, non ci lasciavamo spaventare da queste storie. Ogni giorno, dopo la…
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I cecatìlle – Poesia di Enrico Venditti
Con un ritmo incalzante che sorregge sostantivi, aggettivi e verbi appropriati, l’avvocato Enrico Venditti, indicando ingredienti e modalità di preparazione, ci presenta in poesia i cicatìlle (le orecchiette). Pasta fresca, una volta fatta in casa, che può essere condita con ragù di carne, formaggio pecorino o ricotta dura o che può essere cucinata con le cime di rapa o il cavolo e condita con olio d’oliva. Una poesia ricca di significato che dà valore alla cultura culinaria di Lucera e della Puglia intera. L’avvocato non manca di richiamare ‘a farìne nèvere, una farina che si ricavava dal grano arso. A quei tempi, dopo la mietitura era concesso ai braccianti, lavoratori…
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Lucera e i briganti
Il brigantaggio in Italia meridionale affonda le sue radici nella miseria e nell’ingiustizia sociale. Dopo l’Unità d’Italia, molti contadini e pastori, delusi dalle promesse non mantenute e oppressi dalle nuove tasse, si rifugiarono nelle montagne e nei boschi, formando bande di briganti. Lucera, con la sua posizione strategica, divenne uno dei centri nevralgici di questo movimento. Tra i briganti più temuti vi era Carmine Crocco, un ex soldato borbonico che, dopo aver disertato, divenne il capo di una delle bande più feroci. Crocco e i suoi uomini terrorizzavano le campagne, attaccando i ricchi proprietari terrieri e le truppe governative. La sua banda era nota per la sua astuzia e la…
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Il pozzo dell’Imperatore
Una volta, in Lucera, esisteva un pozzo che portava il nome di “Pozzo dell’Imperatore“. Questo pozzo, situato nell’attuale Piazza Gramsci (prima piazza dei Mercanti poi piazza Umberto I), era un punto nevralgico della città, collegato direttamente alla maestosa Fortezza svevo-angioina, costruita da Carlo I d’Angiò. La fortezza, che dominava il Tavoliere delle Puglie, era un simbolo di potere e ingegneria militare, contenendo al suo interno anche il famoso Palatium di Federico II di Svevia. Accanto al ponte levatoio della fortezza, vi era una scala coperta, conosciuta come la “scala del soccorso”. Questa scala, costruita nell’intercapedine del muro esterno, permetteva una fuga rapida e sicura in caso di assedio, collegando la…
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Mestieri lucerini di una volta: l’aggiusta ossa
Nei tempi passati, quando la società lucerina era prevalentemente rurale, esisteva una figura, figlia della medicina popolare tradizionale, che era l’antenato del moderno ortopedico e dello specialista in osteopatia: u cunzaússe (l’aggiusta ossa). Un praticone, senza formazione specifica, ma dotato di capacità e conoscitore di pratiche tramandate in famiglia da generazioni, che interveniva per risolvere problemi di lussazioni, contusioni alle ossa e persino di fratture. Mentre il paziente era tenuto fermo, l’aggiusta ossa tirava il piede, il braccio, la spalla, ecc., che rimetteva al loro posto. Poi provvedeva ad ingessare l’osso contuso o fuori posto o rotto con una sorta di primitiva ingessatura, “a stuppate” ottenuta con un impiastro preparato…
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Maschere apotropaiche tra arte e tutela
Ieri sera si è svolto presso il Circolo Unione di Lucera l’incontro dal titolo “Maschere apotropaiche. Recupero valorizzazione salvaguardia” a cura del prof. Raffaele De Vivo, dell’arch. Carmine Altobelli e del dott. Costantino Postiglione. Oggetto dell’incontro la divulgazione di ben 53 mascheroni di epoche diverse sparsi per il centro storico, molti dei quali sconosciuti ai più e bisognosi di tutela e valorizzazione. I tre relatori si sono alternati in un percorso visivo, architettonico e artistico in un bel mix di immagini, dettagli, curiosità e interpretazioni. Il trio ha inoltre prodotto due mappe, una “tecnica” e l’altra “artistica” allo scopo di proporre percorsi “paralleli” per i turisti ma soprattutto per gli…
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L’evoluzione dei costumi lucerini: il tabù della verginità
Nella Lucera dei primi anni 60, ma anche dopo, era consuetudine molto consolidata che appena ottenuto un lavoro sicuro e una certa solidità economica, scopo principale del maschio lucerino era quello di sposarsi, ovviamente con una ragazza ancora vergine, perché la morale vigente impediva assolutamente alle donne i rapporti sessuali fuori dal matrimonio. La verginità, Infatti, era considerata un valore inestimabile, uno stato di purezza o integrità incontaminata, parte integrante, fondamentale della dote, indispensabile, come il corredo, un baluardo che ogni ragazza teneva ben conservato, pronta ad offrirlo allo sposo, la prima notte di matrimonio. La verginità non manomessa era una sorta di garanzia per trovare sicuramente marito e solo…
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La preparazione della Capitale della Cultura: altre considerazioni sull’organizzazione dell’amministrazione comunale
Sono passati pochi giorni dalle mie considerazioni sulla ripresa delle operazioni di preaparazione della Capitale Regionale Pugliese 2025 e, mio malgrado, sono costretto a tornare sull’argomento perché da cittadino, da professionista, ma soprattutto da volontario amante della Cultura non posso esimermi dal denunciare ciò che è accaduto questo weekend. Prima di arrivare però a venerdì 18 Ottobre, ho bisogno di qualche riga per elencare la preparazione e il susseguirsi degli eventi. Agli inizi di Settembre 2024, grazie alla cortesia di alcune associazioni di Foggia, sono venuto a conoscenza dell’organizzazione, a cura dell’Ente Fiera di Foggia, dell’annuale Fiera di Ottobre che ogni anno raccoglie attività a scopo commerciale e di volontariato…