Antropologia & Arte,  Memoria

Personaggi della Lucera minore: u cciaccate

U Cciacciate è il soprannome di un personaggio della Lucera di una volta, molto famoso, che abitava in una delle casette basse a ridosso della chiesa di Sand’Andúne (Sant’Antonio Abate, in via Federico II), ora scomparse. Abituale frequentatore di un bar Ammizz’u Lareghe che ormai ha cessato la sua attività, era diventata una presenza costante la sua motoretta parcheggiata lì davanti.

Egli era noto per tante cose e anche per un aneddoto che ha come protagonista la statua di Augusto, posta all’angolo tra la Villa Comunale e l’inizio del viale Castello. La statua ha una mano con delle dita mancanti, che sono state rotte da soldati canadesi di stanza a Lucera, facenti parte dell’esercito alleato durante la seconda guerra mondiale. Si racconta che alcuni di essi, in preda ai fumi dell’alcol, abbiano invitato ripetutamente Cesare a bere con loro. Poiché questi non accettava l’invito, fu sottoposto al tiro al bersaglio con bottiglie vuote di birra, che colpirono una mano rompendogli alcune dita.

Dalle dita mozzate è nata una leggenda metropolitana, che chiama in causa il nostro personaggio la cui casa è prossima alla statua di Cesare, il cui indice è puntato proprio in direzione della stessa. U Cciacciate, ricevuta la visita delle guardie che tenevano sotto controllo alcune sue attività, ritenne la statua responsabile della dilazione nei suoi confronti. Perciò, volendone impedire altre, avrebbe mozzato le dita di Cesare.

Ciacciate” è una voce onomatopeica che indica una persona che parla arrotolando le parole, come se avesse qualcosa in bocca, o che si immischia in tutto. Entrambi i riferimenti possono essere accostati al personaggio di cui stiamo parlando. Egli era anche il presunto autore del detto: ”craje, dice u ciacciate”, che era la risposta negativa a una richiesta o alla restituzione di un prestito.

Lino Montanaro

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