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Origine dei toponimi dei quartieri e rioni di Lucera – Parte prima
Tutti i nomi dei quartieri e dei rioni di una città hanno un’origine sia di luogo, di funzione, degli abitanti, e anche a Lucera è così. Per alcuni si sono persi , nel tempo, l’origine dei toponimi, per altri invece l’origine è più certa. Di seguito se ne elencano alcuni: Lino Montanaro
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Le filastrocche dialettali lucerine
Sono una parte importante della cultura popolare, tramandate oralmente di generazione in generazione. Sono costituite da motivetti in rima, composte da un numero di versi variabile, usati per descrivere le più svariate situazioni di vita quotidiana, raccontando storie divertenti o insegnamenti morali. Ogni lucerino ne conosceva una vasta gamma da utilizzare in qualsiasi occasione. Eccone alcune: Una di queste serviva ad insegnare ai bambini più piccoli le varie parti della faccia, ovviamente la descrizione era rigorosamente in dialetto: Oggi questo pezzo di storia e di identità lucerina è stato quasi dimenticato, ma per chi vuole approfondire si consiglia la rubrica, curata da Lino Montanaro, Dialettando: Speciale Filastrocche Lucerine del giornale…
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Il Natale lucerino
Il Natale nella tradizione cristiana ricorda la nascita del Messia. Festività che, per la Chiesa cattolica, ricade il 25 dicembre di ogni anno, data decisa da papa Giulio, nel 337 d.C. A Lucera, le festività natalizie iniziavano l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, con la preparazione del presepe, dell’albero di Natale e con l’arrivo dei zampognari. Il presepe In passato, in molte case, di poveri e ricchi, era allestito un presepe, le cui dimensioni e ricchezza di personaggi variavano in funzione dello spazio disponibile e, soprattutto, delle capacità economiche delle famiglie. C’erano molti presepi piccoli e alcuni grandi, che occupavano un’intera stanza con statuine di una certa grandezza. Ogni presepe, comunque, aveva:…
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Elogio semi-serio dei “lambascioni”
Se siete lucerini, il sentir parlare di lambascioni non vi lascerà indifferenti perché è un classico della tradizione culinaria paesana. Si tratta in realtà di una pianta stagionale che fioriva in modo spontaneo, soprattutto nelle campagne della Capitanata, nei terreni messi a riposo, tra i venti e i quarantacentimetri di profondità. Il lampascione, chiamato comunemente cipollaccio col fiocco, presenta delle infiorescenze dal caratteristico colore viola acceso e un bulbo, la parte commestibile, che sprigiona un particolare e piacevole sapore amarognolo. In questi ultimi tempi, poiché sono introvabili quelli cresciuti spontaneamente, a causa delle arature profonde e dell’eccessiva concimazione dei terreni, ci si accontenta di quelli coltivati. Oggi i lampascioni sul…
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La gestualità lucerina
Per il lucerino la gestualità è parte integrante del linguaggio parlato ed infatti esiste un repertorio molto ricco di gesti simbolici che sono talmente espliciti da sostituire quasi completamente il contenuto della comunicazione verbale. Questo veicolo comunicativo, che è frutto di un antico e variopinto modo di esprimersi, affonda le sue radici in un passato lontano e deriva sicuramente dell’avvicendarsi di popoli e culture diverse nella nostra terra. Questi gesti possono avere lo stesso significato della frase verbale che sostituiscono oppure aiutano a esprimere quello che si vuol dire o, ancora, hanno una funzione commentativa rispetto a quello che si dice, o, infine, sono gesti usati come un rafforzamento di…
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Il servizio militare obbligatorio
L’obbligatorietà del servizio di leva, prevista dalla Costituzione della Repubblica Italiana nei modi e nei limiti stabiliti dalla Legge, è stata abolita dall’1 gennaio 2005, come deliberato dalla legge 23 agosto 2004, n. 226. Sul finire del secolo scorso, prima dell’abolizione definitiva dell’obbligatorietà, il servizio militare poteva essere svolto come servizio civile. Quindi, fino a pochi anni fa i ragazzi di Lucera, compiuti i vent’anni, dopo aver ricevuto la cartolina precetto, “AVÈ ‘A CARTULÍNE”, erano chiamati a compiere il dovere del servizio militare. Si poteva partire per soldato dopo i vent’anni solo se il ragazzo era impegnato negli studi, ma occorreva partire appena raggiunti i ventisei anni. I ragazzi, cartolina…
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L’opera dei pupi o l’Opere i Strazzulle
“Sire, u trone tuculijeje!”…”“E mittice ‘na sepponda, sennò squacce cu músse nderre”! Questo fraseggio, tipico di del quel teatro popolare chiamato l’Opere i Strazzulle, riporta una serie di termini lucerini che vale la pena specificare nel dettaglio: Ma cosa era in realtà l’Opere i Strazzulle? A Lucera, e in altri paesi della provincia di Foggia, l’Opera dei pupi era chiamata l’Opere i Strazzulle. Sull’origine del nome ci sono varie versioni. La prima fa riferimento alla famiglia Strazzulli di Foggia, proprietaria dei locali, dove si tenevano le rappresentazioni dei pupi; la seconda attribuisce il nome al fatto che, nel Gargano, le marionette erano chiamate “strattudde”; la terza ipotizza che il nome…
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Il mercato del mercoledì a Lucera
Il mercato settimanale del mercoledì, da sempre appuntamento imperdibile a Lucera, considerato come un incontro tradizionale e luogo di condivisione. Rappresentava un importante polo di attrazione commerciale, si svolgeva inizialmente in Via San Domenico, partendo dal larghetto antistante la chiesa della Madonna delle Grazie fino a piazza San Francesco. Successivamente si spostò nel quartiere di Porta Croce, in via Mazzini e vie limitrofe, dove decine di bancarelle disposte su entrambi i lati delle strade, esponevano mercanzie di ogni genere: abiti, scarpe, lampadari, tessuti, tende, ecc. C’erano anche le bancarelle dei generi alimentari, dove si vendevano salame, mortadella, lardo, mozzarelle, provolone, ventresca e salsiccia e quelle che vendevano articoli per la casa.…
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La pasta lucerina fatta in casa
La pasta, sempre presente sulle nostre tavole, è il fiore all’occhiello della gastronomia italiana. Per i lucerini, e non solo, la vera pasta è però quella fatta in casa. Ai tempi delle nostre nonne e mamme, preparare la pasta fresca era un’arte, tramandata di madre in figlia. Tempo, passione, pazienza e un duro lavoro di braccia servivano per ottenere la pasta di ogni formato, dalla consistenza giusta per tenere bene la cottura. Le donne lucerine di una volta si svegliavano prestissimo la mattina per preparare, con un rituale quasi religioso, la pasta fatta in casa. Le donne indossavano, prima di iniziare e per una sorta d’igiene, sia il grembiule (u…
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“Fare il corredo” a Lucera
La parola “CURRÉDE”, cioè l’insieme dei capi di biancheria, vestiario ed altro, che una sposa portava con sé nel momento delle nozze, ci riporta indietro nel tempo, in un tempo che a tanti di noi ci è appartenuto, quando non averlo era per una ragazza lucerina una vera e propria tragedia, un ostacolo nel trovare un marito. Ogni famiglia, indipendentemente dall’estrazione sociale, non si faceva trovare quasi mai impreparata perché per ogni figlia femmina si cominciava a fà u curréde (fare il corredo). Fin dalla tenera età la preparazione del corredo occupava tutta l’infanzia e l’adolescenza di una ragazza. Con grandi sacrifici, un po’ per volta, conservando amorevolmente i vari…