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Spigolature dialettali. La regina Taitù
Da ragazzo sentivo spesso mia madre e le vicine di casa, quando si riunivano pe tagghjà (spettegolare), e volevano sottolineare che una donna di loro conoscenza era particolarmente altezzosa ed arrogante, esclamare: SE CRÈDE D’ÈSSE ‘A REGGÍNE TAITÚ? (Ma chi si crede di essere quella là, la regina Taitù?). Nella mia ingenuità di ragazzino quel nome esotico mi faceva pensare a uno di quei racconti (nu cúnde) che nelle sere d’inverno gli adulti raccontavano attorno vrascíre (il braciere) a casa di mia nonna. Da adulto ho compreso che il dialetto lucerino è ricco di locuzioni e modi di dire che, spesso, chi li utilizzava fatica a comprenderne il significato e…
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Il dialetto e la presenza del Tribunale
Una caratteristica singolare del dialetto lucerino, non comune con altri dialetti, è l’utilizzo di termini giuridici, circostanza che va ricercata nella presenza fino a pochi anni fa del Tribunale. Il popolino lucerino frequentava gli uffici giudiziari sia per proprie controversie ma, soprattutto, per assistere ai processi che avevano molto clamore e che, spesso, avevano come protagonisti autentici principi del foro, e con avvocati di Lucera che dettavano legge in tutta la Puglia e regioni limitrofe. Molti che avevano problemi preferivano “mette i carte mmane” agli avvocati lucerini. In queste occasioni apprendevano parole che descrivevano norme giuridiche che volgarizzavano a modo loro. Questo portava alla creazione di nuovi modi dire, alcuni…