
Un reperto di Lucera in Francia?
Grazie alla segnalazione di Massimiliano Monaco, abbiamo scoperto un articolo pubblicato sul blog ACuTe – Antiquity in a Cup of Tea che ci porta in un viaggio affascinante da Lucera fino al Musée National de Céramique di Sèvres, in Francia.
La storia inizia nel XVIII secolo, quando l’artista e viaggiatore francese Dominique Vivant Denon visitò Lucera e documentò il ritrovamento di antichi vasi in una tomba locale.
Denon, famoso per il suo occhio artistico e la sua curiosità, descrisse in particolare un vaso raffigurante una scena mitologica con Giove e Mercurio. Questo vaso, insieme ad altri frammenti ritrovati, sembrava già allora una finestra sulle vite e credenze degli antichi abitanti della zona.
L’articolo, attraverso la documentazione e l’analisi dell’oggetto, collega le descrizioni di Denon a un vaso oggi conservato a Sèvres, noto come kylix attica. Gli studiosi ipotizzano che si tratti proprio di uno dei vasi descritti dal viaggiatore francese!
L’articolo ci invita a riflettere sul valore degli oggetti antichi non solo per la loro bellezza, ma anche per tutte le informazioni che ci trasmettono sulla vita quotidiana dei nostri antenati e di popolazioni che sembrano lontane, ma che ci influenzano ancora oggi. Infine, altra riflessione doverosa rimane sul traffico e il destino di questi oggetti, relegati a volte nei magazzini di sperduti musei europei perché venduti a poco prezzo a trafficanti senza scrupoli.
Per chi fosse curioso di leggere l’articolo originale, è disponibile su questo link.
Di seguito, ne diamo traduzione a cura dell’autore, buona lettura!
Alessandro De Troia
Da Lucera a Sèvres
Il progetto ACuTe mira, tra le altre cose, a stabilire la provenienza dei vasi della collezione Denon, un compito che può sembrare arduo a 250 anni dalla scoperta di questi vasi nell’Italia meridionale. Abbiamo a disposizione due metodi principali.
Il primo consiste nel confrontare i vasi conservati a Sèvres con assemblaggi funerari scoperti recentemente e i cui contesti sono stati accuratamente documentati attraverso scavi stratigrafici. Questo approccio permette di formulare ipotesi sulla provenienza degli oggetti della collezione Denon.
Il secondo metodo che utilizziamo è quello di esaminare documenti d’archivio e pubblicazioni antiche, a volte gli stessi scritti di Denon.
Quali conoscenze abbiamo sui viaggi di Denon in Italia?
Disegnatore, antiquario e scrittore, Dominique Vivant Denon aveva anche una carriera diplomatica, ma il suo viaggio in Italia, nell’ottobre 1777, nacque da un altro progetto: gli fu affidato il compito di supervisionare e “guidare” un gruppo di disegnatori incaricati di illustrare un Voyage pittoresque de l’Italie. Questo progetto fu avviato da Benjamin de Laborde, amico di Denon, e dall’abate Saint-Non, che desiderava pubblicare il diario di un viaggio che aveva compiuto in Italia.
Nel 1777 Saint-Non e Laborde firmarono un contratto: Laborde avrebbe scritto o commissionato la stesura del testo, mentre Saint-Non avrebbe supervisionato la realizzazione delle illustrazioni. Poiché non disponevano né di un numero sufficiente di illustrazioni né di un resoconto che andasse oltre la Campania, decisero di finanziare il viaggio di una squadra di disegnatori guidata da Denon, che avrebbe esplorato la Magna Grecia e la Sicilia.
Dal 1781 al 1786, Saint-Non pubblicò i cinque volumi del Voyage pittoresque ou Description des royaumes de Naples et de Sicile. Il nome di Denon non figura come autore, ma oggi sappiamo che il testo è tratto principalmente dal diario di Denon, pur privato dei dettagli più personali, come i riferimenti agli acquisti o appropriazioni di oggetti antichi.
La tomba di Lucera
Uno dei passaggi più interessanti è quello in cui Denon racconta di essere stato ospitato da un abitante di Lucera, in Puglia (nota a p. 127):
“Fui accolto in casa di un abitante che, scavando le fondamenta della sua casa, aveva trovato una tomba in stile greco o etrusco; il corpo era contenuto in uno spazio piuttosto grande, coperto da una specie di tetto in mattoni alto circa tre piedi. Lo scheletro era ancora intatto ed era circondato da ciotole e vasi campani, noti come vasi etruschi. Ce n’era uno su cui una figura di Giove sembrava impartire ordini a Mercurio. Questa tomba è certamente sannitica o di antichità notevole. Il padrone di casa mi donò diversi di questi vasi che, sebbene rotti, mi parvero preziosi.”

Un vaso di Lucera nella collezione di Sèvres?
Possiamo identificare alcuni vasi di Lucera nell’attuale collezione Denon del museo di Sèvres? Sembra di sì. Denon non descrive forse qui il MNC 250, una kylix attica attribuita al Pittore del Coperchio (Lid Painter), attiva nel terzo quarto del V secolo a.C.?
Il MNC 250 è stato decorato da un collaboratore del Pittore di Marlay. Sebbene il medaglione centrale non corrisponda esattamente alla descrizione di Denon (vi appare un uomo barbuto con una lancia e una figura femminile), un’interpretazione errata potrebbe spiegare la discrepanza.
Grazie agli appunti di Denon e alle illustrazioni di Jean-Jacques Lagrenée, possiamo ipotizzare che il MNC 250 provenga dalla tomba di Lucera. Altri vasi della stessa tomba, tra cui alcune coppe a vernice nera, potrebbero trovarsi ancora oggi a Sèvres.

Tuttavia, resta aperta la domanda su come Denon e Lagrenée abbiano interpretato allo stesso modo le scene sui vasi. Questo aspetto, per ora, rimane irrisolto.
Évelyne Prioux
Évelyne Prioux (22 février 2022). De Lucera à Sèvres… ACuTe – Antiquity in a Cup of Tea. Consulté le 14 janvier 2025 à l’adresse https://doi.org/10.58079/albq

