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I toponimi popolari lucerini

Il toponimo popolare è il nome in dialetto con il quale i lucerini indicano luoghi, strade, vicoli piazze ecc., un nome che quei luoghi hanno avuto in un determinato momento della loro storia. Al fine di recuperare denominazioni autenticamente popolari,  e  far conoscere alle nuove generazioni qualcosa del nostro trascorso vissuto,  si potrebbe apporre sotto l’odierna l’indicazione stradale, senza toccare le attuali targhe o lastre in pietra o marmo(alcune risalgono alla metà dell’800), una piastrella con la vecchia denominazione popolare. Una soluzione che messa in pratica, rinfrescherebbe molta locale memoria.

Ecco alcuni dei toponimi più usati, almeno una volta:

  • VIA CAIROLI era denominata “I SACRAMENDÍNE”, da un edificio sacro della strada ove c’erano una Scuola di grammatica e umanità e una chiesa. Nei locali di quest’ampia sede, trovava accoglienza anche la Confraternita dei Bianchi, che prestava opera di misericordia a favore dei condannati a morte. La strada era anche denominata “ ‘A STRADE I MULÍNE “ perché vi erano ubicati antichi mulini.
  • VIA APPULO SANNITICA era denominata “ABBASSCE U LAMMÍCCHE” perché quella zona ospitò una distilleria che ricavava alcool, dalle vinacce residuate dalla spremitura delle uve, con l’uso di un alambicco (LAMMICCHE).
  • VIA GIOVANNI BOVIO, strada storica dello “ strussce “ lucerino, era denominata “ ‘A STRADE MOSCHE “ perché essa prendeva il nome dall’avvocato Pasquale Mosca, professionista molto noto ed apprezzato all’epoca, che abitava nel palazzo in fondo a destra della via.
  • VIA ALBERICO MARRONE, caporale lucerino decorato medaglia d’oro, morto il 21 giugno 1940 nei pressi dell’abitato di Abriés, nella 2° Guerra mondiale, a lui fu intitolato anche l’Istituto Professionale di Lucera. Il toponimo popolare della strada è  “ ‘A STRADE CIMÍNE “ perché la sua precedente denominazione era via Cimino Gargano, una famiglia nobile del Seicento lucerino che in quella strada aveva il proprio palazzo.
  • PIAZZA MATTEOTTI  è sempre stata denominata dai lucerini “ U SPIAZZALE D’A VILLE “. Prima dell’attuale denominazione toponomastica era chiamata “ PIAZZA DEL’IMPERO “, per celebrare la conquista delle terre coloniali d’oltremare. Nella piazza, al posto dove oggi c’è la statua di Cesare Augusto, venne collocata nel 1936lastele celebrativa commemorativa della “nascita dell’Impero” e, nello stesso tempo, commemorativa del sacrificio di tre lucerini caduti in Africa Orientale, nelle guerre degli anni 30, il sergente Alessandro Sabatino e i soldati Paolo Colasanto e Ciro Petrilli, cui furono dedicate rispettivamente tre vie cittadine.
  • CORSO GARIBALDI “è sempre stata denominata dai lucerini  “ ‘A STRADA GRANNE “  perché si allungava fino all’inizio di Porta Croce, includendo anche l’attuale Via IV Novembre. Oggi si direbbe che era la zona commerciale di Lucera perché nei locali a pian terreno ai due lati della strada, vi erano decine di negozi, come le Ferramenta di Don Eugenio Di Giovine e di Mastro Nicola Lembo, la Drogheria Vozza, la Cantina dei F.lli Carapelle, il negozio dei materiali elettrici di Bonante, il Bar Cinguia ecc.
  • VIA CANDIDA MAZZACCARA, è sempre stata denominata dai lucerini “’A STRADE A MADONNE D’A LIBERE”. Il toponimo popolare prende il nome da un’antica cappelletta dedicata alla Madonna della Libera, che nel ‘700, con la costruzione del palazzo Giordano Lanza (poi Uva), fu demolita. Successivamente venne eretta l’attuale chiesetta omonima, proprietà privata, col prospetto su via Candida Mazzaccara. Oggi sconsacrata, ma fino alla metà del ‘900 veniva aperta in occasione dei “Sebbùleche “ (Sepolcri) ,giro di preghiera in varie Chiese, il Giovedì della Settimana Santa. .
  • PIAZZA OBERDAN era chiamata dai lucerini “U LAREGHE MAROTTE “  Il toponimo popolare prende il nome dai Marotta, una ricca famiglia di origine napoletana dell’800, famosa perché proprietaria di una cantina di vini di pregio,  che acquisì agli inizi dell’Ottocento il palazzo D’Auria, fabbricato con il prospetto sulla piazzetta,  palazzo che venne poi venduto alla famiglia Folliero, di cui è discendente la nota presentatrice televisiva Mediaset EMANUELA FOLLLIERO.
  • VIA CARLO II D’ANGIO’ è sempre stata denominata dai lucerini”  SÒTT’A MORTE “ perché si fa riferimento al fatto che in quel lato della Cattedrale di Lucera esisteva la cappella dell’ Arciconfraternita della Morte (oggi: Arciconfraternita S. Maria della Misericordia), che oltre alla preghiera si occupava dell’opera pia della sepoltura dei morti e l’accompagnamento funebre dei condannati a morte, mentre nella cappella si celebravano i funerali dei confratelli. Quando il Duomo fu dichiarato monumento nazionale, la cappella venne abbattutaper ordine della Sovraintendenza ai Monumenti, a seguito di un progetto di ristrutturazione voluto da Ruggero Bonghi. Stranamente però tanti lucerini, erroneamente, con questo toponimo indicano la zona tra la Cattedrale e l’Istituto Sant’Anna, cioè Via D’Angicourt. Via Carlo II d’Angio ha anche il il nome in dialetto di “SÒTT’A LLORGE” , perché e lì collocato  l’orologio del campanile da Chjísa Granne (della Cattedrale).  Esso ha scandito, fino a non molti anni fa, con i suoi rintocchi il tempo degli abitanti di Lucera.  Tanti rintocchi per indicare l’ora; rintocchi più leggeri per le frazioni di ora: uno per il primo quarto, due per la mezz’ora, tre per i tre quarti.
  • VIA LORENZO FRATTAROLO era denominata “ ‘A STRADE U PÈSSCE “ perché, come altre strade, essa prendeva il nome da una famiglia nobile, i DEL PESCE, che possedevano lì un palazzo.
  • VIA FEDERICO II una volta si chiamava VIA DEL REAL CASTELLO.
  • VIA (RAMPA) CASSITTO era chiamata dai lucerini “ SÓPE U TRAPPÍTE “ perché nella zona esisteva un antico TRAPPÍTE cioè un tipo tradizionale di frantoio per torchiare le olive e produrre l’olio
  • VIA CAPITANO RAFFAELE SORSO, capitano lucerino, morto nel 1942 in un campo di concentramento russo,  era denominata “ ‘A STRADE CANDEDE “ perché prendeva il nome da una delle famiglie nobili nella storia di Lucera, i Candida, che in quella via avevano il loro palazzo.
  • VIA D’AURIA era denominata “ ARRÉTE CASSÈLLE “ perché la sua precedente denominazione era via CASSELLA, una famiglia nobile lucerina.
  • VICOLO SALANDRA, situato alle spalle della Cattedrale, era chiamato dai lucerini “ARRÉTE CIACCALOTTE “ dal soprannome di un popolano, che sicuramente abitava lì. Agli inizi del ‘900 il vicolo fu teatro di un efferato delitto..
  • PIAZZETTA DEL VECCHIO, piazzetta situata alle spalle della Cattedrale, all’inizio di via De Nicastri, a venti metri da Piazza Salandra, era chiamata dai lucerini “ARRÉTE PEDONE “ dal nome della famiglia Pedone.
  • VIA CIRO PETRILLI, soldato lucerino morto nella Guerra d’Africa del 1936, ricordato nella stele commemorativa collocata al posto dove oggi c’è la statua di Cesare Augusto, era denominata “ ‘A STRADE I CRAPARE “ perché in fondo alla strada c’erano casupole con animali da latte che veniva distribuito per la città porta a porta. In quella zona c’era  una grotta dove si riparavano i crapare e il loro gregge durante improvvisi temporali. Comunque, con questo topomino popolare era inteso tutto quel circondario dopo piazza S. Giacomo oltre la circonvallazione.

Infine, lo sapevate che il nome popolare del “CIRCOLO UNIONE” era ….” ‘A CASÍNE “?

Salvare la toponomastica popolare tradizionale costituisce un tassello importante per la rivalutazione del nostro dialetto, rafforzando il senso di appartenenza a Lucera.

Lino Montanaro

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