Memoria
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Elogio del cozzarello (cuzzarìlle)
Per noi lucerini è tra le otto meraviglie del mondo. È un pezzo di pane ricavato dal bordo della pagnotta “’a sckanata”. La parte più croccante e cotta, ovvero la crosta che copre la parte superiore del pane alla parte inferiore. Le mamme lo utilizzavano per preparare pane, pomodoro, olio e sale, “pane, pemmedóre, úglje e sale” o pane con i ciccioli, “’i cìcúle”, da mangiare la domenica mattina per stuzzicare l’appetito, “pe sckazzecà l’appetíte. Pane con ’i cìcúle”, una cosa veramente gustosa “che sapretèzze”, che creava la guerra in casa per avere più ciccioli possibili. C’era anche chi lo riempiva con l’involtino di carne, “‘a bbrascióle“, a pezzetti, condiva…
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I vitajùle
A Lucera, come in tante altre località della provincia italiana, verso la fine degli anni ’60, esisteva, in una atmosfera provinciale ancora statica e ovattata, una categoria particolare di giovani lucerini. Cresciuti nel dopoguerra, figli tutti di quel processo e di quel cambiamento culturale e di comportamenti che annunciava e viveva il ’68-69, che aveva scoperto una certa propensione alla bella vita, alle avventure, ai passatempi e, soprattutto, collezionisti di conquiste femminili, erano i cosidetti “vitajùle“. Giovani, solo qualcuno auto munito, anche perché in quel periodo quelli che avevano un’auto si contavano sulla punta di una mano, che trascorrevano le loro giornate il mattino a dormire, il pomeriggio con qualche…
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Le chianghette – I chianghétte
Le chianghette (chianghétte) sono basole, bianche e grige, di origine vulcanica squadrate e levigate che costituiscono la tipica pavimentazione che caratterizza il centro storico di Lucera. Etimologicamente significano “lastre di pietre”. Esse sono la storia di Lucera perché le più antiche hanno origine lontana nel tempo. Le prime sono state poste nel 1837, anno del colera, quando le strade erano in terra battuta . Una volta ‘a chianghettáte ère fatt’a mmestíre, cioè la posa era fatta in modo quasi perfetto, oggi sicuramente un po’ meno. Davanti ai portoni dei palazzi importanti, dove c’era grande traffico di cavalli e carrozze, sulle chianghette c’erano dei solchi a semicerchio, che servivano per evitare…
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Il dialetto e la presenza del Tribunale
Una caratteristica singolare del dialetto lucerino, non comune con altri dialetti, è l’utilizzo di termini giuridici, circostanza che va ricercata nella presenza fino a pochi anni fa del Tribunale. Il popolino lucerino frequentava gli uffici giudiziari sia per proprie controversie ma, soprattutto, per assistere ai processi che avevano molto clamore e che, spesso, avevano come protagonisti autentici principi del foro, e con avvocati di Lucera che dettavano legge in tutta la Puglia e regioni limitrofe. Molti che avevano problemi preferivano “mette i carte mmane” agli avvocati lucerini. In queste occasioni apprendevano parole che descrivevano norme giuridiche che volgarizzavano a modo loro. Questo portava alla creazione di nuovi modi dire, alcuni…
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Leggende lucerine: u scazzamurìlle
A Lucera u scazzamurìlle è un personaggio fantastico, figura singolare del nostro folklore e dell’immaginario collettivo, una specie di elfo o di gnomo, un folletto il più delle volte molto dispettoso, che si diverte a fare gli scherzi o i dispetti. L’etimologia del termine scazzamurìlle è la composizione tra le parole , scazzà = scrostare e murìlle = muro, perché ha l’abitudine di grattare e scrostare i muri. Piccolo di statura (non più alto di 40/50 cm.), bruttino, peloso, vestito di panno color tabacco, con cappello a punta in testa, scalzo. Non appare mai di giorno, perché non gradisce essere visto dagli umani. Senza essere notato, riesce a entrare nelle…
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Personaggi della Lucera minore: u cciaccate
U Cciacciate è il soprannome di un personaggio della Lucera di una volta, molto famoso, che abitava in una delle casette basse a ridosso della chiesa di Sand’Andúne (Sant’Antonio Abate, in via Federico II), ora scomparse. Abituale frequentatore di un bar Ammizz’u Lareghe che ormai ha cessato la sua attività, era diventata una presenza costante la sua motoretta parcheggiata lì davanti. Egli era noto per tante cose e anche per un aneddoto che ha come protagonista la statua di Augusto, posta all’angolo tra la Villa Comunale e l’inizio del viale Castello. La statua ha una mano con delle dita mancanti, che sono state rotte da soldati canadesi di stanza a…
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Le quattro cappelle perdute
Originariamente i lati della Cattedrale di Lucera erano liberi come lo sono tuttora; di diverso pare ci fossero solo due porticati laterali. Successivamente, per necessità pastorali, durante i secoli furono edificate le cappelle di: Le quattro cappelle furono abbattute (tra il 1874 e il 1890) quando il Duomo fu dichiarato monumento nazionale,, per ordine della Sovrintendenza ai Monumenti. Il progetto di ristrutturazione fu voluto dagli ispettori Francesco Bongioannini e Giacomo Boni e sostenuto dall’allora ministro Ruggiero Bonghi.Insieme alle quattro cappelle esterne, fu abbattuto anche “L’ARCHE D’I RUFFANÈLLE“ (l’arco delle orfanelle), un collegamento tra la cappella della Ss.ma Annunziata e l’annesso Orfanotrofio, ove erano accolte le orfane di Lucera (successivamente diventato…
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Le feste da ballo a Lucera
Nei primi anni Sessanta, quelli del boom economico, l’Italia aveva voglia di divertirsi e i giovani lucerini non erano da meno. Anche se le possibilità non erano tante, comunque, si andava a cinema e a ballare, organizzando feste in casa e, in estate, sópe i logge (sulle terrazze). Per ballare bastava un giradischi e alcuni dischi, i famosi 45 giri, che diffondevano musica moderna: shake, twist, surf e lo slow, un ballo lento e romantico. Spesso queste feste asscívene mmossce (non riuscivano) per l’assenza delle ragazze. Ciò succedeva quando erano organizzate a casa di ragazzi; riuscivano meglio quando erano organizzate in casa di ragazze. All’inizio della festa si partiva con…
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Le tradizioni della Quaresima e di Pasqua a Lucera
Tanti, tra i nati negli anni 40’ e 50’, hanno ancora un forte ricordo delle tradizioni lucerine d’a Quaresème e de Pasque.Tutto iniziava con u Merculedì d’i Cènere (il Mercoledì delle Ceneri); nelle chiese si spargeva, sóp’a cape (sulla testa dei fedeli) ‘a cènere, ottenutabruciando i rami di ulivo benedetti la Domenica delle Palme dell’anno precedente. In questo giorno tutti eravamo tenuti o dejúne (digiuno eucaristico), regola inderogabile che era rispettata in tutte le famiglie lucerine. Durante ‘a Quaresème, anche nei venerdì bisognava rispettare ‘a devezzióne: mangiare di magro, cioè evitare come cibo la carne e i suoi derivati.I ragazzi, nel periodo quaresimale, erano tenuti a fare i fiurètte (i…
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La granita ovvero ‘a gratta marianne a Lucera
Una volta, prima che il ghiaccio fosse prodotto artificialmente, esistevano nel Sub Appennino e nel Gargano i nevére (le neviere), scavate nella roccia o ricavate in grotte naturali, dove era conservata la neve caduta durante l’inverno. Dopo un’abbondante nevicata, la neve pulita, raccolta e portata in questi anfratti, era pigiata, livellata e ridotta in strati per formarne blocchi di ghiaccio, separati da strati di paglia. In estate, i blocchi, coperti da sacchi di iuta, raggiungevano il più velocemente possibile i vari negozianti, a dorso di muli o con carretti, per evitare che si sciogliessero. Costoro rivendevano il ghiaccio, a blocco intero o a pezzi, a tutti per la conservazione dei…