Storia & Archeologia
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Un reperto di Lucera in Francia?
Grazie alla segnalazione di Massimiliano Monaco, abbiamo scoperto un articolo pubblicato sul blog ACuTe – Antiquity in a Cup of Tea che ci porta in un viaggio affascinante da Lucera fino al Musée National de Céramique di Sèvres, in Francia. La storia inizia nel XVIII secolo, quando l’artista e viaggiatore francese Dominique Vivant Denon visitò Lucera e documentò il ritrovamento di antichi vasi in una tomba locale. Denon, famoso per il suo occhio artistico e la sua curiosità, descrisse in particolare un vaso raffigurante una scena mitologica con Giove e Mercurio. Questo vaso, insieme ad altri frammenti ritrovati, sembrava già allora una finestra sulle vite e credenze degli antichi abitanti…
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I monumenti Nazionali di Lucera
I monumenti nazionali sono i monumenti che lo Stato italiano o gli Enti locali hanno classificato come rilevanti per le proprie caratteristiche storiche, simboli di riferimento per la comunità nazionale. Per Lucera sono stati dichiarati tali: Ne esiste un terzo meno noto: l’affresco di Santa Maria della Spiga (Chiesa di Santa Maria della Spiga) costituito da un mirabile affresco del XVI secolo rappresentante la Vergine della Spiga, in trono col Bambino in benedizione, recante sulla sinistra un mazzo di spighe e pare che scherzi un uccellino legato al piede, La tradizione vuole che la primitiva Chiesa di Santa Maria della Spiga sia stata eretta da San Pardo sui ruderi del…
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Lucera e i briganti
Il brigantaggio in Italia meridionale affonda le sue radici nella miseria e nell’ingiustizia sociale. Dopo l’Unità d’Italia, molti contadini e pastori, delusi dalle promesse non mantenute e oppressi dalle nuove tasse, si rifugiarono nelle montagne e nei boschi, formando bande di briganti. Lucera, con la sua posizione strategica, divenne uno dei centri nevralgici di questo movimento. Tra i briganti più temuti vi era Carmine Crocco, un ex soldato borbonico che, dopo aver disertato, divenne il capo di una delle bande più feroci. Crocco e i suoi uomini terrorizzavano le campagne, attaccando i ricchi proprietari terrieri e le truppe governative. La sua banda era nota per la sua astuzia e la…
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Il pozzo dell’Imperatore
Una volta, in Lucera, esisteva un pozzo che portava il nome di “Pozzo dell’Imperatore“. Questo pozzo, situato nell’attuale Piazza Gramsci (prima piazza dei Mercanti poi piazza Umberto I), era un punto nevralgico della città, collegato direttamente alla maestosa Fortezza svevo-angioina, costruita da Carlo I d’Angiò. La fortezza, che dominava il Tavoliere delle Puglie, era un simbolo di potere e ingegneria militare, contenendo al suo interno anche il famoso Palatium di Federico II di Svevia. Accanto al ponte levatoio della fortezza, vi era una scala coperta, conosciuta come la “scala del soccorso”. Questa scala, costruita nell’intercapedine del muro esterno, permetteva una fuga rapida e sicura in caso di assedio, collegando la…
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Nuovo documentario sul Beato Agostino Casotti
Luceraweb ha recentemente pubblicato un documentario dal titolo “Conosciamo il Beato Agostino Casotti“, in preparazione alla festa liturgica e alle celebrazioni religiose e laiche che chiuderanno il settecentenario della morte a lui dedicato. Il video è stato girato lo scorso giugno con i testi di Enza Gagliardi, la regia di Riccardo Zingaro, le riprese, il montaggio e l’audio a cura di Giacomo Prioletti e le musiche di Francesco Monaco. Enza Gagliardi ha intervistato don Costanzo De Marco, parroco della Cattedrale di Lucera, e don Gaetano Schiraldi, canonico della cattedrale di Lucera e consultore storico del Dicastero delle cause dei santi. Di particolare interesse anche una parte del documentario girata a…
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Il carcere di Lucera
Da tempo e fino agli anni Sessanta del secolo scorso, Lucera era considerata un importante centro culturale della Capitanata e della Puglia. Inoltre, essendo riferimento del Subappennino Dauno e di parte del Gargano, era la sede d’importanti istituzioni pubbliche, tra le quali il Tribunale, con annesso u Carcere (il Carcere giudiziario). Nei tempi più antichi la funzione giudiziaria e carceraria era demandata al feudatario. Egli la esercitava tramite le corti baronali e le condanne erano scontate nelle segrete delle proprie dimore. Risalire a quei periodi per rintracciare la presenza di un carcere pubblico a Lucera è un po’ difficile. Comunque, si può affermare che, a seguito della riorganizzazione del regno…
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Le quattro cappelle perdute
Originariamente i lati della Cattedrale di Lucera erano liberi come lo sono tuttora; di diverso pare ci fossero solo due porticati laterali. Successivamente, per necessità pastorali, durante i secoli furono edificate le cappelle di: Le quattro cappelle furono abbattute (tra il 1874 e il 1890) quando il Duomo fu dichiarato monumento nazionale,, per ordine della Sovrintendenza ai Monumenti. Il progetto di ristrutturazione fu voluto dagli ispettori Francesco Bongioannini e Giacomo Boni e sostenuto dall’allora ministro Ruggiero Bonghi.Insieme alle quattro cappelle esterne, fu abbattuto anche “L’ARCHE D’I RUFFANÈLLE“ (l’arco delle orfanelle), un collegamento tra la cappella della Ss.ma Annunziata e l’annesso Orfanotrofio, ove erano accolte le orfane di Lucera (successivamente diventato…
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La visita a Lucera di un frate toscano nel 1576
Nell’ottobre 1576 il frate appartenente all’ordine dei Domenicani Serafino Razzi (1531-1613), in uno dei suoi numerosissimi viaggi, si ritrovò a passare per Lucera. Il frate toscano fu anche noto scrittore ed ebbe una certa notorietà come memorialista. A 18 anni entrò nell’ordine e da quel momento compose più di cento opere sui più svariati argomenti. Tra i suoi manoscritti ne abbiamo uno superstite, edito da Monica De Rosa e custodito presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, in cui descrive il suo “viaggio adriatico” passando per l’Abruzzo, il Molise e la Puglia. Ed è proprio durante questo viaggio, che si protrasse per cinque anni (1572-1577), che il domenicano visitò la nostra…
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Origine dei toponimi dei quartieri e rioni di Lucera – Parte prima
Tutti i nomi dei quartieri e dei rioni di una città hanno un’origine sia di luogo, di funzione, degli abitanti, e anche a Lucera è così. Per alcuni si sono persi , nel tempo, l’origine dei toponimi, per altri invece l’origine è più certa. Di seguito se ne elencano alcuni: Lino Montanaro
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Le terme romane a San Matteo
Segni archeologici evidenti e importanti della presenza romana sono stati rintracciati un po’ ovunque a Lucera, anche nella zona del Rione San Matteo. Nel corso dell’anno 1872, nei pressi di un pezzo di fabbricato, inglobato nell’antica Chiesa di San Mattero, denominato “u Ciavúrre de Sammattéje“, (Il Ciavurro – grosso masso – di San Matteo), già noto da secoli, durante lo scavo di una fogna e in maniera fortuita, veniva alla luce un suggestivo impianto termale di età imperiale, chiamato “Terme di Piazza San Matteo”. Da questi ambienti si rinvenivano resti di vasche per pubblici bagni, parti di murature, pavimenti a mosaico, condutture e una vasca su cui c’era un’iscrizione con dedica all’Imperatore Commodo, oltre…