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Le chicche di Franco (6): l’origine della “Strada Del Pesce”

Fino alla seconda metà dell’Ottocento l’attuale Via Frattarolo, oggi conosciuta dai lucerini come “A strade u pesce“, si chiamava Strada Sant’Angelo. In quella via, sin dal Trecento era presente una chiesa, di Sant’Angelo appunto, e da cui la strada prese il nome. Oggi la struttura della chiesa, ormai sconsacrata, è stata inglobata in una proprietà privata.

I resti dell’antica Chiesa medievale di Sant’Angelo, oggi inglobati in una proprietà privata.

Quello però che ci interessa oggi dimostrare, è che il soprannome della via prese piede più o meno intorno all’Ottocento, perché in uno dei bellissimi palazzi che la costeggiano, abitava un’importante famiglia lucerina: i “Del Pesce“.

Molti anni fa, nell’archivio diocesano, infatti, in uno dei tanti registri di metà Ottocento, alla voce “Strada S. Angelo”, appaiono “Geremia del Pesce“, figlia di Giuseppe e Maria Concetta Coccia, moglie del lucerino Don Francesco Saverio de Mutiis, proprietario, che sposò il 14 gennaio 1816. A quell’epoca 43enne, con lei abitavano ben 8 figli. Michele (23 anni), Vincenza (18 anni), Giuseppe (16 anni), Luigi (15 anni), Giovanni (13 anni), Chiara (12 anni), Paola (10 anni) e Pasquale (5 anni).

Come se non bastasse, anche il fratello di Geremia, Raffaele, di 60 anni e stimato avvocato, abitava nella via.

L’avv. Raffaele del Pesce, ritratto presente nella sala degli avvocati presso il palazzo dei Tribunali. (fotografia segnalata da Walter di Pierro)

Possiamo concludere che “A strade u pesce” prese prima il soprannome di “Strada Del Pesce” e poi, nella vulgata popolare, “A strade u pesce“. Allo stesso modo altre “strade” ottennero la stessa denominazione, come quella Cimino e Lombardi, cosa che divenne piuttosto comune in quel periodo.

Con gli anni si sono ovviamente generate interpretazioni fantasiose ma grazie alle ricerche di archivio si possono riportare alla luce storie, curiosità e memorie spesso dimenticate.

Francesco Antonio Romice

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