Memoria

L’anno scolastico di una volta e le vacanze dalla scuola a Lucera

È un argomento molto attuale perché a scuola fra poco inizieranno le vacanze natalizie. Il 1° ottobre, oggi è un giorno come tanti, ma per quelli della mia generazione era, invece, importantissimo perché era l’inizio della scuola.

Allora non ci rendevamo conto di quanto fossimo fortunati, le vacanze, iniziate il 1° giugno, sembravano non finire mai, si sentiva quasi il bisogno che cominciasse la scuola, il caldo era quasi completamente passato e si sopportava un po’ meglio la costrizione del banco di scuola.

I primi giorni erano riservati agli esami di riparazione degli alunni che erano stati rimandati ad ottobre. Ma già il 4 ottobre c’era, come di direbbe oggi, la prima pausa didattica, perché era festa nazionale, la festa di San Francesco, il patrono d’Italia.

Subito dopo iniziavano le vere lezioni, con una seconda pausa didattica il 2 novembre, festa religiosa di Ognissanti e il 4 novembre, festa laica delle forze armate. Intervallate dalla pausa diddattica della festa religiosa dell’Immacolata, arrivavano le vacanze di Natale, il periodo più lungo di vacanza dalla scuola.

Poi tutta una tirata fino alle vacanze di Pasqua, con sospensione delle lezioni in due occasioni, oggi scomparse: l’11 febbraio che era vacanza per i Patti Lateranensi ed 19 marzo era vacanza per la Festa di S. Giuseppe.

Dopo Pasqua arrivavano le pause didattiche per le feste laiche del 25 aprile, festa della Liberazione, del 1° maggio, festa dei Lavoratori e del 2 giugno, festa della Repubblica, e per le feste religiose dell’Ascensione e del Corpus Domini.

Al netto di tutte queste pause didattiche il calendario scolastico era intorno a 170 giorni, mentre nella scuola attuale è intorno ai 200 giorni. Momenti passati che, a chi li ha vissuti, appaiano belli e persino struggenti e non si può dire che quell’anno scolastico era meglio o peggio di oggi, erano solo altri tempi e tutto questo ormai è solo un bellissimo e lontanissimo ricordo, perché sono i bei ricordi che servono a far richiamare il passato rendendolo vivo.

Lino Montanaro

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