La garitta daziaria di Porta Troia
Le cartoline di Porta Troia, una delle antiche porte di accesso alla città di Lucera, pubblicate sulla pagina facebook di Lucera: memoria e cultura ci hanno dato lo spunto per queste righe.
Recentemente abbiamo avuto la fortuna di reperire una trentina di bozze fotografiche di scatti di Lucera, ovvero quelle stampe di prova dello scatto fotografico che un editore effettua prima di decidere la versione definitiva da inviare in stampa sotto forma di cartolina. Spesso in queste bozze si trovano indicazioni dell’editore stesso all’operatore che sta lavorando sulla lastra fotografica originaria: taglia qua, correggi là, oscura a destra, etc. Prossimamente ne pubblicherò una davvero eclatante della Chiesa del Carmine.
Ma torniamo a noi. In Fig. 1, fronte e retro della bozza fotografica di Porta Troia (Bozza Fotografica n. 2355, Prop. Dalle Nogare, Armetti & C., Milano). La ditta costituita da Del Giudice, Pesce, Testa e Graziani, di Lucera, commissionò questa cartolina all’editore milanese. Il numero della commissione è il n. 7583 (lo ritroviamo sia dietro le cartoline che sulla bozza fotografica).
Ingrandendo (Fig. 2) il particolare sulla garitta daziaria che esisteva adiacente a Porta Troia, è possibile osservare come l’editore abbia annotato tre croci proprio sulla garitta. Perché? E’ presto spiegato. Lo scatto fotografico venne effettuato prima che la garitta venisse rimossa.
E difatti, in una prima edizione della cartolina (Fig. 3) la garitta è presente. Poi, la garitta venne rimossa, e quindi il commissionario (le quattro ditte lucerine poc’anzi citate) deve aver chiesto all’editore una seconda edizione, aggiornata, della cartolina, senza la garitta.
Ed ecco, infatti, che in una seconda edizione della cartolina (Fig. 4) la garitta non c’è più, e con essa anche tre persone originariamente presenti nello scatto una delle quali sembra essere proprio l’ufficiale del dazio. E osservate anche con quanta maestria l’operatore, una volta grattata dalla lastra la garitta, ha saputo ricostruire il muro praticamente inventandoselo, ma riproducendo con assoluta maestria il mattonato del muro. Sfizioso, vero?
Collezione Anna Maria d’Apollo e Marco Occhipinti