Storia & Archeologia,  Tutela & Salvaguardia

Le foto dello scavo di Ripatetta negli anni ’80

Dopo le bellissime e affascinanti immagini degli ambienti ipogei di S. Francesco a Lucera, Francesco Zaccaria ci regala la sua testimonianza e le foto da lui scattate negli anni ’80 presso lo scavo di Ripatetta. In quegli anni l’equipe del Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa scavò l’insediamento a pochi km a sud di Lucera verso Troia con la collaborazione della Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia.

L’università toscana effettuò a più riprese delle indagini archeologiche tra gli anni 1982 e 1992. Recentemente, inoltre, il sito è stato interessato da ulteriori scavi a seguito del progetto di ampliamento della cava di argilla di poco prospiciente.

L’attività umana nel sito si perde nel tempo, perché le indagini pisane intercettarono un fossato di circa 100 metri di diametro afferente ad un villaggio neolitico il quale racchiudeva una superficie di circa 1000 metri quadri – di cui oggi proprio a Pisa è possibile ammirarne alcuni reperti -. Ma a Ripatetta la vita continuò nelle epoche successive: dai Dauni ai Romani fino all’epoca medievale quando, in maniera lenta ma inesorabile, il sito divenne “Masseria di Ripatetta” e poi abbandonato completamente.

Le fonti medievali, ad esempio, verso l’XI secolo definiscono Ripatetta “castrum“, ovvero un insediamento fortificato. Due secoli più tardi menzionano un ospedale e una chiesa, un mulino, case e un palazzo.

La campagna degli anni Ottanta si concentrò prevalentemente sulla parte relativa al villaggio neolitico e, per tutti i dettagli, vi rimandiamo agli studi messi a disposizione nella nostra Biblioteca per approfondire questo articolo.

Dalla relazione archeologica per il progetto di ampliamento della cava di argilla prospipciente il villaggio neolitico

Passiamo quindi alle fotografie. Francesco ci racconta che le ha conservate come diapositive e che con un proiettore riusciva ancora ad ammirarle. La sua passione per la fotografia iniziò grazie all’amicizia con il famoso fotografo lucerino Mario Carrozzino. Una delle più belle esperienze con lui fu, su committenza dell’Università di Bari, la misurazione e la catalogazione fotografica della maggior parte delle epigrafi lucerine.

Francesco usava verso la fine degli anni Settanta una reflex Pentax MX con cui furono scattate le foto dello scavo. Di quegli anni ricorda l’amicizia con i coniugi prof. Giampaolo Pennacchioni e prof.ssa Nora Piteo, su iniziativa dei quali venne fondato un gruppo archeologico. Tra le varie attività vennero individuati degli interessanti reperti neolitici tra Lucera e Troia nel sito che oggi è conosciuto come Ripatetta. Il prof. Pennacchioni si occupò poi di contattare e supportare l’equipe del prof. Carlo Tozzi dell’Università di Pisa. A seguito dell’iter autorizzativo e con la collaborazione della Soprintendenza, partirono nel centro daunio le indagini archeologiche. Il team di ricerca non superava le dieci unità ed era formato da studenti di varie nazionalità. Il Comune di Lucera contribuì fornendo ospitalità all’equipe presso l’allora Colonia Agricola e permise per molti anni, fino al 1992, di indagare e portare alla luce l’insediamento neolitico.

Nella calura che caratterizza ogni indagine archeologica estiva Francesco ebbe anche la possibilità, su sua esplicita richiesta, di “fare l’archeologo” vedendosi assegnare un piccolo pezzo di terra da indagare.

Vi lasciamo alla galleria delle fotografie, buona visione!

Alessandro De Troia

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