Lucerìne mbocaciucce: l’entusiasmo dei lucerini
Questo modo di dire sta a significare che i lucerini sono facili all’entusiasmo ma anche capaci d’inventare e diffondere illazioni.
Il detto prende origine da due storielle che hanno come protagonista un asino.
La prima racconta di un asino con poca voglia di lavorare. Alcuni lucerini vollero dargli una possibilità di riscatto, facendogli mangiare un’erba miracolosa che cresceva solo sul campanile del Duomo. Pertanto, con grande fatica, riuscirono a farlo salire su; l’animale, però, rifiutò con testardaggine di mangiare quell’erba. Allora, coloro che lo avevano portato su gli diedero fuoco e lo scaraventarono giù in piazza.
L’altra riguarda un asino cavalcato da un forestiero arrivato a Lucera per sbrigare alcuni suoi affari. Il somarello, giunto in piazza Duomo, proprio davanti alla cattedrale, si fermò e, nonostante, i comandi e le bastonate del padrone non si mosse più. Non andava né avanti né dietro, sembrava incollato al suolo.
Attorno ai due, in poco tempo, si formò un capannello di curiosi che assistevano alla scena, divertiti. Dal gruppo si fece avanti un giovane signore che disse al proprietario di sapere cosa fare per “sbloccare” l’asino.
Il proprietario, infastidito per la situazione e sorpreso per quanto aveva udito, lo invitò a provarci. Il giovane si avvicinò all’animale e, mentre lo lisciava, pronunciò in un suo orecchio alcune parole; parole non udite né dal proprietario né dai presenti. Immediatamente l’asino si mosse, come se si fosse svegliato, riprendendo a camminare.
In poco tempo, a Lucera e nel circondario, si sparse la voce di quanto era successo e d’allora ai lucerini fu affibbiata la nomea di riuscire a far muovere anche gli asini più testardi.
Lino Montanaro
PER SAPERNE DI PIÙ
- Lino Montanaro, Lino Zicca, Lucera di una volta, Catapano Grafiche, 2021